Il prestito ipotecario è una soluzione di finanziamento che rientra nella categoria dei prestiti personali. Chi si accinge a richiedere una formula del genere, al fine di essere ritenuto pienamente legittimato, deve offrire in garanzia un bene di propria titolarità. Su di esso si prevede la sottoscrizione di un’ipoteca.
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In questa maniera, nel caso in cui il beneficiario non riuscisse ad affrontare il piano di ammortamento, secondo i tempi e i modi previsti nel contratto di prestito, l’ente finanziatore avrebbe modo di rifarsi dalla vendita del bene ipotecato. A proposito della tipologia di bene che può essere presentato in garanzia, non deve necessariamente trattarsi di un’unità immobiliare. E’ possibile anche ipotecare dei beni mobili registrati, o di lusso. Il loro valore, tuttavia, deve risultare idoneo in relazione alla cifra che si desidera ricevere. L’immobile in ogni caso rappresenta lo strumento più consono, anche perché consente più facilmente di arrivare ad ottenere una somma di danaro significativa.
La scelta di un prestito ipotecario si considera obbligata nel caso in cui il richiedente non risulti in grado di vantare la titolarità della garanzia canonica, costituita dal ricevimento regolare di uno stipendio, derivante da un contratto di lavoro. O qualora non avesse l’opportunità di nominare un terzo garante, in grado di assumersi la responsabilità di estinguere il debito, a seguito di una sua eventuale insolvenza. Si tratta di una formula di prestito che non tutti gli enti creditizi prevedono. Di conseguenza, qualora la si scegliesse, si dovrebbe compiere una ricerca accurata nell’ambito del panorama finanziario nostrano.
La richiesta di un prestito ipotecario
L’iter che conduce all’ottenimento di un prestito ipotecario prevede lo svolgimento di una procedura costituita di una serie di passaggi obbligati.
Prima di tutto è necessario presentare la documentazione canonica, che andrebbe fornita in occasione della richiesta di qualsiasi altra formula di prestito. Ci si riferisce al documento di identità, al codice fiscale e ad una serie di certificazioni in grado di rappresentare la propria condizione reddituale e patrimoniale. Qualora si percepisse un reddito da lavoro, sarebbe necessario esibire una copia delle ultime buste paga ricevute. Se il richiedente fosse un pensionato avrebbe l’onere di presentare gli ultimi cedolini della pensione. Propria di questa fattispecie di prestito è, invece, l’offerta in garanzia di un bene di propria titolarità. In merito al bene, è necessario consegnare le diverse certificazioni in grado di descriverlo dal punto di vista giuridico. Sul bene devono poi essere compiuti una serie di accertamenti, al fine di determinarne il valore.
La valutazione del bene è una fase della procedura assai delicata, perché dai suoi esiti la banca ha la possibilità di rilevare la solidità della garanzia e di fissare il limite della cifra esigibile. A seguito di tali esami è possibile anche che scaturisca la non accettazione della domanda di prestito. La perizia viene compiuta da un esperto nominato dall’ente finanziatore. Una volta terminata l’indagine, qualora fosse andata a buon fine, si rendono noti al richiedente i risultati della stima, nonché l’importo massimo che può ricevere.
Nella maggior parte dei casi il capitale cui è lecito ambire si attesta sempre al di sotto del valore del bene, di almeno venti punti percentuali. Dai risultati della perizia dipende anche la definizione di un altro parametro, ossia la durata del finanziamento. Si può affermare, a tal riguardo, che il valore elevato comporta la possibilità di svolgere il rimborso in un periodo di tempo prolungato. Per quanto riguarda le modalità attraverso cui affrontare il piano di ammortamento, dipendono dalle specifiche scelte dell’istituto di credito che si coinvolge.
L’ipoteca sul bene offerto in garanzia
L’ipoteca costituisce la garanzia reale che si concede al finanziatore, grazie a cui si offre all’istituto di credito un diritto di prelazione sul bene, i cui effetti si manifesterebbero soltanto nel momento in cui il debitore si dimostrasse inadempiente rispetto agli obblighi assunti a livello contrattuale. La banca avrebbe la possibilità di procedere all’alienazione e dai proventi riscuotere il credito vantato. La disponibilità del bene ipotecato, altrimenti, non verrebbe in alcun modo compromessa o diminuita. Al titolare si concede la possibilità di continuare a goderne. Purché non compia una serie di azioni in grado di modificare l’aspetto originario del bene e quindi di alterarne il valore. L’ipoteca di norma riguarda i beni immobili, ma può anche essere costituita nei confronti di beni mobili registrati. In entrambi i casi occorre provvedere all’iscrizione nei pubblici registri. La garanzia si ritiene efficace fino al momento in cui il debito viene estinto.
Per quanto riguarda l’entità dei tassi d’interesse applicati, nella maggior parte dei casi sono contenuti. Il loro calcolo, se fosse variabile, avverrebbe prendendo come riferimento i valori medi previsti all’interno dell’Unione Europea. Se invece il tasso d’interesse da sostenere fosse fisso, rimarrebbe del medesimo valore per l’intero svolgimento del prestito. Si ricorda a tal proposito che il mancato pagamento di più rate in maniera consecutiva potrebbe comportare già la perdita della disponibilità del bene.
Suggerimenti utili
Prima di scegliere il prestito ipotecario ci si dovrebbe garantire di essere in grado di sostenere il piano di ammortamento senza problemi. Soprattutto nei casi in cui non si possa contare sul ricevimento regolare di un reddito da lavoro. E nemmeno sull’aiuto di un fideiussore. In quanto l’unica garanzia nei confronti dell’ente finanziatore sarebbe costituita da un bene di propria titolarità. In caso di insolvenza difatti si rischierebbe di perderlo definitivamente con delle conseguenze gravi sulle proprie finanze. Anche se ci si trovasse nella condizione di dover avere ad ogni costo la disponibilità di una somma di danaro, si dovrebbe agire in modo tale da non far dipendere la concessione del prestito soltanto dal bene offerto in garanzia. Si dovrebbe poter contare anche sul percepimento di fonti di guadagno il più possibile regolari, pur non derivanti da un contratto di lavoro stabile.
Quando si formalizza l’insolvenza del debitore, l’ente finanziatore in modo automatico subentra nella titolarità e nella gestione del bene offerto in garanzia. Dopodiché ha la facoltà di procedere alla sua alienazione e a trovare soddisfazione, riguardo il credito vanta, dai proventi ottenuti.
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